Notizie Notizie Italia Unicredit-Bpm e le altre partite incrociate: Barclays indica i possibili rilanci, piani B e cosa ne sarà dei titoli se il risiko salta
Mentre il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non mostra l’intenzione di arretrare in alcun modo sull’esercizio del Golden Power in merito all’offerta di Unicredit su Bpm, sul mercato rimane alta l’attesa per le prossime mosse di Andrea Orcel e degli altri banchieri coinvolti nell’ondata di risiko bancario partita lo scorso autunno.
Unicredit ha fatto capire che i paletti del golden power rendono molto improbabile che l’Ops su Bpm vada avanti. In attesa di capire se il decreto verrà riscritto dopo il pronunciamento del Tare e le osservazioni d Bruxelles, Orcel ha potenzialmente in mano la carta della richiesta alla Consob della sospensione di ulteriori 30 giorni. Un modo per comprare ulteriormente tempo e avere uno scenario più chiaro per valutare le possibili opzioni, se ritirare l’offerta o fare un rilancio cash.
Ieri, intanto, Barclays ha diffuso un report in cui rimarca come le grandi manovre nel settore bancario italiano non sono affatto finite.
Indice
- Al centro della scena rimane Bpm
- Passo indietro o rilancio
- Gli scenari per Mps-Mediobanca
- Ops su Banca Generali va in fuorigioco
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Al centro della scena rimane Bpm
La Commissione Europea ha inviato una valutazione preliminare al governo italiano, segnalando che alcune delle prescrizioni del Golden Power potrebbero costituire una violazione della legge europea e che il governo dovrà rispondere entro 20 giorni lavorativi (cioè entro l’11 agosto); in aggiunta, la sentenza del TAR sul ricorso di Unicredit contro i paletti del Golden Power è stata interpretata diversamente dalle due banche coinvolte; l’interpretazione di Unicredit sembra suggerire la possibilità di proseguire con la sua offerta.
Il governo italiano dovrà emanare un nuovo Decreto che incorpori le richieste del TAR, ma i tempi sono ancora incerti e la Consob sta esplorando un ulteriore congelamento del periodo di offerta in attesa di queste varie situazioni.
Se l’offerta viene ritirata la ‘preda’ Bpm potrebbe considerare un piano B. Gli articoli stampa hanno spesso menzionato Mps come potenziale partner per una fusione, ma Barclays ad oggi ritiene che sia complesso nel breve periodo, a causa dell’offerta Mps su Mediobanca. Nel frattempo, Credit Agricole ha chiesto il permesso alla Bce di oltrepassare l’attuale partecipazione del 20% in Bpm.
Passo indietro o rilancio
Le conclusioni di Barclays sono che Unicredit potrebbe aumentare la sua offerta del 10%, mantenendo comunque un ROI superiore al 15% (o >14% in caso di assenza di Danish Compromise su Anima).
Barclays ritiene sia Unicredit che Bpm (su entrambe ha rating Overweight) interessanti in tutti gli scenari. “Se l’affare non va in porto, i prezzi delle azioni di Unicredit e Bpm potrebbero correggersi verso il basso nel breve termine (Bpm di più) ma per entrambi i casi in autonomia rimangono allettanti: per Unicredit c’è il consolidamento di Commerzbank, altre opzioni di crescita, distribuzione; per Bpm l’integrazione di Anima, altre opzioni di crescita, distribuzione.
Se invece l’affare va in porto, potrebbe esserci un incremento dell’offerta, e Unicredit potrebbe ancora fornire un alto ROI e creare valore industriale, rafforzando il suo marchio.
Gli scenari per Mps-Mediobanca
C’è poi l’offerta di Mps su Mediobanca, partita il 14 luglio e che durerà 40 giorni di contrattazione, fino all’8 settembre. In tutti gli scenari, il coefficiente CET1 di Mps rimane sopra il 15% anche con un aumento di liquidità per chiudere l’attuale sconto dell’offerta rispetto al prezzo di mercato di Mediobanca e con il livello più basso di tasso di accettazione (il documento di offerta di MPS fa riferimento al 35% come livello minimo che consente loro di raggiungere di fatto il controllo). Solo se Mps controlla più del 50% + 1 azione di Mediobanca può procedere anche con la consolidazione fiscale e questo accelererebbe il riconoscimento e l’uso delle DTA di Mps.
“Nei nostri calcoli l’entità combinata pagherà il 100% degli utili, corrispondente in media a un rendimento di circa l’11% all’anno nel caso in cui tutte le sinergie previste da Mps vengano catturate, circa il 10% nel caso di assenza di sinergie, o circa il 9% nel caso di sinergie negative in linea con le aspettative di Mediobanca”, asserisce Barclays che considera che le sinergie vengano catturate in un lasso di tempo più lungo sotto una percentuale di accettazione del 67%, con solo il 50% di esse nei primi tre anni in quel caso.
Sul titolo Mps Barclays rimane EqualWeight, così come su Mediobanca: “è possibile che Mps aumenti l’offerta, ma l’affare potrebbe funzionare anche senza un incremento e il prezzo delle azioni di Mediobanca è vicino al nostro prezzo obiettivo in autonomia”, argomenta la banca UK rimarcando che l’affare non è sostanzialmente accrescitivo sull’Eps di Mps e potrebbe avere ROI molto diversi a seconda dei tassi di accettazione.
Ops su Banca Generali va in fuorigioco
Collegata a Mps-Mediobanca c’è anche l’Ops lanciata da piazzetta Cuccia su Banca Generali che appare fuori dai giochi se Siena conquisterà Mediobanca. “Anche se questo scenario non offre un immediato premio di M&A per Banca Generali, può consentire lo sviluppo dell’accordo di distribuzione recentemente firmato con Generali Italia, che è ancora accrescitivo per Banca Generali. “L’acquisizione di BG avrebbe una solida logica strategica per Mediobanca. Per Generali, per rendere l’affare funzionante, sembrano necessari secondo gli analisti tre elementi: un adeguato compenso per BG, un solido accordo di distribuzione in linea con lo spirito dell’accordo che BG ha firmato con Generali Italia e, terzo, potenzialmente una partecipazione di controllo in Mediobanca per “assicurare” l’accordo di distribuzione (cioè “modello Unipol”).